mercoledì 3 gennaio 2024

Buongiorno mondo!

Testimoni viventi



Gv 1,29-34


In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l'agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele».

Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».



Giovanni, nel testo di ieri, si presentava come “Voce”.

Oggi si rivela come testimone degno di fede perché “ha visto”.

La parola “testimone” deriva dal greco, dove la radice racchiude in sé il concetto di “martire”. Questo termine è usato già dai tempi di Omero ed è importante perché è collegato con una radice indo-germanica che vuol dire ricordarsi, pensare, indugiare, restare. E da questa radice antica salta fuori il latino “memor”, cioè essere memore. Il significato globale, quindi, è ricordarsi.

Cosa vuol dire ricordarsi? Prendere coscienza di una cosa vissuta. Non è la memoria di una cosa saputa ma di una cosa vissuta. Il testimone rappresenta e racconta, dice, manifesta con la sua vita ciò che ha vissuto, non quello che sa. E affinché il “ricordo” non muoia questo deve essere condiviso, partecipato.

Ecco il senso del nostro “stare dentro la storia”, del nostro “esserci”: memorie viventi di un Figlio che ci propone di vivere con lui e come lui da figli affinché l’umanità continui ad essere lo spazio dove la vita “brulica” in abbondanza.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

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