Lottare per la pace
Lc 19,41-44
In quel tempo, Gesù, quando fu vicino a Gerusalemme, alla vista della città pianse su di essa dicendo:
«Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi. (…)
Questa parola cade nella nostra storia proprio in questi giorni dove tante lacrime sono state versate a causa di quella ferocia disumana che ha mostrato il suo volto in mezzo a noi nei conflitti cui assistendo.
Il Vangelo è una parola viva, non è detta una volta per tutte: parla al nostro oggi e invita, propone, rischiara, apre orizzonti che a volte ci mettono profondamente in crisi perché denunciano le nostre connivenze silenziose con tutto ciò che attenta alla dignità della persona umana. Ma il pianto del Maestro ci dice quanto siamo ancora lontani da quella “pace” che non è solamente assenza di guerra o di conflitto. È molto di più! È la pace che nasce dalla seria preoccupazione personale per il bene dell’altro, la pace che nasce, come diceva don Tonino, dalla “convivialità delle differenze”, la pace che non è irenico pacifismo ma lotta senza frontiere perché ogni uomo e ogni donna possano vedere riconosciute la propria dignità e unicità al di là delle loro appartenenze. A furia di “occhio per occhio” produrremo solo dei ciechi che credono di vedere. Il pianto del Maestro oggi è un invito deciso a cambiare strada, a cercare altre vie, a comprendere che la pace nasce dalla rinuncia a qualsiasi ambizione di potere e di possesso. In tale prospettiva è urgente anche che dismettiamo, lasciamo cadere quelle idee su Dio che abbiamo costruito e sulle quali fondiamo la nostra legge del più forte. Se il sonno della ragione genera mostri deturpare il volto di Dio in nome di un’ideologia può generare solamente atrocità e disumanità. Su questo occorre lavorare ancora. E il pianto del Maestro ce lo conferma.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
Grazie.
RispondiEliminaPaola