sabato 30 marzo 2024

Buona Pasqua 2024

Pasqua 2024



La morte in croce di Gesù non è un mistero: è il risultato di quella nefasta alleanza tra trono e altare che continua a perpetrare con impunita facilità lo stesso crimine anche nel nostro oggi.

La storia che viviamo è disseminata di “crocifissi”  che sono i “frutti avvelenati” degli attuali criminali saldamente “inchiodati”, loro sì!, ai loro “troni” continuamente incensati da “altari” che invocano maledette benedizioni sui misfatti da questi commessi e, al contempo, foraggiano schiere di “falegnami” pronti a sfornare velocemente croci per colmare il proprio vorace bisogno.

Per la discepola e il discepolo di Gesù lo sguardo all’Uomo della Croce è illuminato dalla Luce del Vivente, da Colui nel quale l’energia dell’amore totale ha sconfitto la violenza della morte stessa.

In Colui che è il Vivente la morte non è più muro invalicabile, barriera insormontabile. Grazie al Vivente la morte si trasforma in soglia, porta che si schiude sull’orizzonte che apre lo sguardo alla visione del Figlio dell’Uomo.

Il Vivente apre la porta sulla pienezza dell’umanità, su quell’umano che ancora deve ancora venire alla luce, quell’umano in cerca di un parto sempre atteso e ancora in via di compimento.

Dentro il caos della nostra storia così ferita, così mutilata, ma assunta, fatta propria,  dal Trasfigurato che nella De-figurazione della Croce ha aperto la via al dono che si fa totale nel perdono, risuona, come all’inizio del tempo, il discreto e non violento: “Sia luce”, che diventa appello per chi sa ascoltare: “Vieni alla luce”, “Esci dal sepolcro”.

Esci dal sepolcro dell’ipocrita religione in cui il formalismo e la sua presunta giustizia, o giustezza, rende arido e sterile il cuore;

esci dal sepolcro della violenza generata dalla bramosia che ti credere di essere Faraone e signore dell’umanità;

esci dal sepolcro dell’indifferenza, abile architetto di muri e barriere, culla dell’illusione di bastare a sé stessi incuranti dell’altro;

esci dal sepolcro che nutre il tuo sentimento di onnipotenza: sei un guaritore ferito: guarisci mentre ti prendi cura dell’altro.

Il Vivente ci attende “in Galilea”, lì dove tutto ha avuto inizio, lì dove le nostre sicurezze e certezze sono state messe in discussione, lì dove il senso della giustizia è stato mescolato con quella misericordia che tutto risana.

Occorre uscire dal “sepolcro imbiancato” che ci siamo costruiti e nel quale continuamente deponiamo il Vivente perché troppo fastidioso per le nostre tranquillità, troppo dirompente per le nostre certezze religiose, troppo umano per la nostra disumanità.

Occorre uscire a cercare i segni della sua Presenza.

Oggi, perché oggi è il Suo Oggi.


Buona Pasqua a tutte e a tutti. Abbraccio.

1 commento:

  1. Uscire dai nostri sepolcri…e accorgerci che la LUCE, che noi continuamente oscuriamo, è sempre attiva nel creato, in noi e ci chiede di “manifestarla”con la nostra vita... Grazie Marilisa

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