mercoledì 10 luglio 2024

Buongiorno mondo!

Da servi a figli



Mt 10,1-7


(…) Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino.



Matteo, a causa della sensibilità dei suoi lettori/ascoltatori (cristiani di origini giudaiche) evita di nominare Dio. Per questo, nel suo Vangelo, parla di "regno dei cieli", intendendo con tale espressione "regno di Dio". Questo ci aiuta a evitare, nella comprensione del messaggio di Gesù, quei voli pindarici che fanno arrivare al paradiso. Quando Gesù parla di Regno di Dio intende una realtà che inizia qui, sulla terra, e non vuole proporre un messaggio che rischierebbe (e di fatto spesso lo è diventato) di diventare alienante: "Fratello, tranquillo. Se soffri di qua è perché godrai di là!". Niente di tutto ciò. Per una migliore comprensione dell'espressione, si potrebbe rendere la traduzione in questo modo: "strada facendo, annunciate che Dio stesso si prende cura del suo popolo, vuole occuparsi del suo popolo". 

Gesù sta parlando a un popolo che ha vissuto il meglio ma soprattutto il peggio dell'esperienza della monarchia, quindi questo era l'unico modo per farsi capire. Allora, cosa significa, nella proposta di Gesù, che Dio regna? Gesù annuncia che d'ora in avanti Dio non “parla” più al suo popolo mediante la comunicazione di leggi e comandi, ma comunicando il suo amore totale e gratuito a tutti indistintamente, senza esclusione alcuna. Il credente quindi non è colui che obbedisce a delle leggi emanate da un Dio che vuole dei servi, ma il credente è colui che assomiglia al Padre praticando un amore simile al Suo. Ecco il significato dell'espressione: "il regno dei cieli è vicino". In Gesù, il Padre offre a tutti l'accesso al suo amore perché cercando di assomigliare a Lui tra gli uomini nascano relazioni di tipo fraterno e comunità di credenti in cui il criterio della fede è determinato non tanto dall'adesione razionale a dogmi o verità, ma dalla cura e dall'attenzione riservate all'altro, come espressione dell'adesione all'Altro. Ricordiamoci: non saremo giudicati per ciò in cui abbiamo creduto, ma per come abbiamo vissuto. Nella proposta di Gesù Il criterio dell'obbedienza servile cede il passo al criterio della somiglianza filiale. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

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