martedì 16 luglio 2024

Buongiorno mondo!

Riappropriarci del pensare



Mt 11,20-24


In quel tempo, Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite: «Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! (…).



Oggi la pagina evangelica ci mostra il Maestro che esterna la sua amarezza nei confronti di tutte quelle "città" che non hanno saputo accogliere la proposta del Vangelo. Si parla di "città" e non di villaggi perché la città è il luogo dove è presente la sinagoga, il luogo della religione istituzionale, il luogo che avrebbe dovuto aprire spazi alla presenza e all'azione liberatrice di Dio ma che, di fatto, ha impedito tutto ciò. 

Con queste parole Gesù chiude, in un certo modo, con l'ufficialità della religione e apre a tutti lo spazio della fede. 
Forse qualche "ahimé" tra quelli pronunciati da Gesù potrebbero arrivare anche dalle nostre parti ogni volta che impediamo l'azione liberatrice e risanatrice di Dio perché "non fa parte dei nostri schemi". Ci siamo talmente convinti che Dio debba essere come noi lo pensiamo che anche se Lui si manifestasse direttamente saremmo capaci di dirgli: "Per favore, torna a cambiarti e presentati a noi come si deve!". Come i contemporanei di Gesù chiediamo a Dio di adattarsi ai nostri schemi. Francesco, il nostro papa, ci sta chiedendo di non aver paura del cambiamento, bensì di esercitare sempre l’arte del discernimento. Discernimento che chiede di esercitare, a sua volta, l’arte del pensare. O preferiamo delegare ad altri anche questo? 

Come sempre, a noi la scelta. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

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