martedì 22 agosto 2023

Buongiorno mondo!

Poveri ricchi…


Mt 19,23-30


In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità io vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio».

A queste parole i discepoli rimasero molto stupiti e dicevano: «Allora, chi può essere salvato?». Gesù li guardò e disse: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile».

Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e molti degli ultimi saranno primi».




Affinché nessuno si faccia illusioni, dopo aver parlato con quel tale che non se l'è sentita di mollare i suoi beni, il Maestro oggi rincara e chiarisce il concetto: "In verità vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli". 

Se Gesù stesso dice "difficilmente", c'è da credergli. 

Gesù non condanna la ricchezza in se stessa; egli condanna piuttosto il fatto che non sei più tu a possedere denaro e ricchezza, ma sono denaro e ricchezza a possedere te. Il regno dei cieli è un posto per signori e non per ricchi. Nel vangelo, infatti, il signore è colui che da, a differenza del ricco che è colui che ha e trattiene per se, incurante e indifferente verso tutto e tutti. Nella parabola del povero Lazzaro e del ricco, questi si autocondanna a causa della sua indifferenza, non per il fatto di essere stato ricco. Il problema è che ha lasciato che la ricchezza si impadronisse del suo cuore, impedendogli di vedere Lazzaro accanto a Lui (tanto che anche dopo morto lo considera alla stregua di un cameriere: manda Lazzaro a prendermi dell'acqua!). 

La scelta è ancora una volta tra Dio e il denaro (e tutto ciò che il denaro comporta quando viene elevato alla in-dignità di idolo!). E tale scelta non si fa condendo il tutto con una serie di "si, ma, però...". Chiediamoci se davvero possiamo fare nostre, davanti al Maestro, senza arrossire, le parole di Pietro: "Allora Pietro prendendo la parola disse: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne otterremo?». 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

1 commento:

  1. La cosa più difficile da lasciare è il nostro “IO”che puntualmente riappare e condiziona la sequela del MAESTRO! Marilisa

    RispondiElimina