lunedì 7 agosto 2023

Buongiorno mondo!

Giochiamo a “fare” Dio?


Mt 14,22-36


(…) Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?» (…).



Dopo aver narrato l'episodio della condivisione dei pani e pesci, Matteo oggi ci propone l'episodio della traversata del lago. 

Già con il fatto stesso di camminare sull'acqua Matteo indica che Gesù compie un'azione che era tipica e propria di Dio (come dice bene il libro di Giobbe), quindi vuole aprire uno spiraglio alla comprensione dei discepoli circa la persona stessa di Gesù. Proprio per questo arriva la "verifica" da parte di Pietro: "vediamo se è davvero chi dice di essere!". Sappiamo come è andata, sappiamo che la paura in Pietro prende il sopravvento (è il caso di dirlo!) sulla fede, tanto che deve gridare a Gesù perché lo salvi. E qui, insieme alla mano tesa, arriva la risposta di Gesù: "...subito Gesù stese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?». 

Pietro aveva pensato: "Vediamo quanto è bello giocare a fare Dio, vediamo quanto si sta bene ad assumere un po' quel ruolo, che vista si gode da lassù!". Pietro si fa un'immagine errata della condizione divina di Gesù, e quindi di Dio. Gesù non può essere considerato come una sorta di supereroe che al minimo grido di pericolo accorre e magicamente sistema le cose, i guasti della vita, i "venti contrari". La condizione divina propria di Gesù è offerta a tutti a patto che essa si fondi sul dono totale di sé. Non è una condizione di potere assoluto, ma di servizio totale, di dono totale della propria vita. Per questo Gesù rimprovera Pietro: il suo mondo interiore è ancora intriso di quella visione religiosa in cui basta "essere a posto", in regola con tutte le prescrizioni e osservanze perché si possa avere Dio a propria disposizione nei momenti di difficoltà in modo che Lui possa risolvere tutto. 

Gesù chiede di stare al suo fianco e di assumere la sua condizione nella maniera in cui Lui la manifesta: è il Dio che non è venuto per farsi servire, ma per servire e far sì che a tutte e a tutti sia data la possibilità di vivere in pienezza fin da ora. Solo così le "acque" torbide del male, dell'ingiustizia, della violenza, del sopruso, dell'esclusione, della chiusura e dell'indifferenza non "inghiottiranno" la nostra fede e la nostra vita.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

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