giovedì 29 febbraio 2024

Buongiorno mondo!

Il culto dell’indifferenza



Lc 16,19-31


In quel tempo, Gesù disse ai farisei:

“C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe (…)”.




Se ieri Gesù chiedeva ai suoi, cioè a noi, non di operare dei servizi ma di essere servi al servizio della vita, oggi esemplifica tutto questo con una nota parabola. È un bel ritratto della nostra umanità dove i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. Ma i grandi scenari, le visioni macroscopiche affondano le loro radici nel microcosmo delle nostre comunità, delle nostre singole scelte. Ogni passo compiuto nell'indifferenza mascherata da false paure dell'altro, intrisa di pensieri del tipo "tanto io cosa posso risolvere?", contribuisce alla creazione di nuovi poveri. Ogni comunità che celebra l'Eucaristia senza rendersi conto del "Lazzaro" che sta alla sua porta è una comunità che non celebra la cena del Signore ma partecipa al lauto banchetto del ricco, troppo impegnato a "riempirsi" per vedere gli altri. Il ricco non è cattivo, è peggio: è indifferente. Il ricco è l'esatto contrario del Dio che Gesù è venuto a rivelare: il ricco è talmente preso da sé che non si avvede dell'altro; Dio è talmente preso dall'altro (da noi) che vuole farlo come sé. La nostra società, il nostro mondo è un’immensa fabbrica che sforna poveri in continuazione. E noi da che parte stiamo? 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

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