Buongiorno mondo!
"Uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del
fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città,
saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando
dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi
li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo..."
(Lc 7,36-50).
L'incipit è
sufficiente e riportare alla memoria il fatto narrato da Luca. Nella scena
descritta dal narratore mi sembra di poter individuare due modalità di sguardo.
Vi è quello di Simone il fariseo i cui occhi guardano ma non vedono né la donna
né le sue lacrime: la sua vista passa attraverso le lenti della Legge che lo
portano a vedere in quella donna una peccatrice immonda. In lei non vede
lacrime, gesti di bontà e di gratitudine, ma solamente i gesti manipolatori
propri del "mestiere più antico del mondo". Gesù invece vede una
persona, una donna che gli sta esprimendo, con le sole capacità che possiede,
amore e affetto, quell'amore che nasce solamente dalla coscienza di una
fragilità che chiede di essere accolta e amata.
Il tutto fila
liscio, secondo noi. È così, è Gesù: ci ha abituati a questo, a questa
accoglienza verso coloro che normalmente sarebbero da evitare, da mettere da
parte, da lasciare ai margini. Potrei finire qui ed esortare a fare lo stesso.
Ma… c'è un ma che
pesa parecchio, a mio avviso.
"Dio, nessuno
lo ha mai visto, il Figlio è lui che ce lo ha rivelato" (Gv 1,1-18). Ecco
dove sta lo scandalo che nascondiamo sempre accuratamente tra le pieghe della
veste linda e quasi liturgica di Simone il fariseo. Nel Maestro si rivela l'umanità
di Dio: un Dio che si lascia toccare, baciare, profumare. Un Dio che non si
sottrae e non "si schifa" delle nostre fragilità, del nostro peccato.
Volenti o nolenti è
così. Sdraiato a cena in casa di Simone, il Maestro che si lascia
"toccare" in maniera indecente da una prostituta è l'immagine più
bella e più autentica di colui che chiamiamo Dio, un Dio che non considera i
meriti ma che ha sempre occhi per i bisogni dei suoi figli. Tutto ciò che non
concorda con questa immagine è solamente idolo soffocante che "ha mani e
non tocca, bocca e non parla, occhi e non vede".
Come sempre, la
pagina evangelica rimette in crisi la nostra immagine del divino. È un invito,
sulle orme del Maestro, a purificare e ridare autenticità a quell'immagine
sulla quale costruire la nostra somiglianza. Un abbraccio a tutte e a tutti.
Buona vita.
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