Buongiorno
mondo! Non saprei se la preoccupazione per l'incolumità di Gesù mostrata dai
farisei sia autentica, però oggi si avvicinano a Lui per dargli questo
consiglio: "Parti e vattene via di qui, perché Erode ti vuole
uccidere" (Lc 13,31-35). Immagino che queste parole dette da una persona
che indossa una coppola e parla con un pesante accento siciliano (non me ne
vogliano le mie sorelle e fratelli siciliani, è solo una battuta, dai!)
assumano una luce un po' più sinistra di quella di un consiglio amichevole
(alla stregua di "ho una proposta che non puoi rifiutare"). Di fatto,
la famiglia degli "Erodi" ha più volte incrociato la storia del
Maestro, e sempre con intenzioni poco pulite. Ma è una famiglia dura a morire
quella di Erode! Ancora oggi la sua presenza si fa sentire su tutte e tutti
coloro che vogliono vivere secondo il vangelo, mettendo in crisi e obbligando
ogni forma di autorità a confrontarsi nella ricerca continua della felicità di
tutti e di ciascuno, nella ricerca di quel benessere che garantisca a tutte e a
tutti un livello tale di vita da poter vivere e non essere ridotti a
sopravvivere. Ogni "Erode", in ogni tempo, teme la libertà che nasce
nel profondo della coscienza personale, e per questo fa di tutto per impedire
tale situazione. La comunità cristiana dovrebbe essere in primo luogo quello
spazio che aiuta a formare a libertà la coscienza di ogni persona. Ma quanti
"Erodi" abitano oggi la comunità cristiana, la Chiesa? Quanti spacciano
per "autorità" divina ogni singola parola che pronunciano, ogni
singolo atto che pongono, ogni muro che alzano, ogni divieto che attuano?
Quanti "Erodi" dentro e attorno a noi, che si sentono signori e
padroni di ogni vita? Anche oggi il Maestro chiama a scelta: o con Lui o con
Erode. Da parte stiamo? Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
giovedì 31 ottobre 2019
mercoledì 30 ottobre 2019
Buongiorno mondo
Buongiorno
mondo! Oggi il Maestro non va tanto leggero: "Quando il padrone di casa si
alzerà e chiuderà la porta, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta,
dicendo: Signore, aprici. Ma egli vi risponderà: Non vi conosco, non so di dove
siete. Allora comincerete a dire: Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e
tu hai insegnato nelle nostre piazze. Ma egli dichiarerà: Vi dico che non
so di dove siete. Allontanatevi da me voi tutti operatori d'iniquità!" (Lc 13,22-30). Sono parole pesanti, molto dure, che ci mettono in guardia
dalla tentazione di fare dell'Eucaristia un fine e non un mezzo, ossia uno
spazio dove condividere e accogliere quelle logiche del Regno che poi
dovrebbero risplendere nel quotidiano. Quante "Eucaristie" domenicali
deformate dall'ingombrante presenza del "precetto"! Quante
"Eucaristie" vissute con l'orologio in mano, in un'attesa trepidante
che il tutto finisca in fretta, soprattutto quella litania barbosa di
"dobbiamo fare", "siamo chiamati a...", "dobbiamo
essere", "si deve, siamo spinti a..." ecc...quasi che
l'Eucaristia fosse una sorta di “bigino” di suggerimenti morali per la
settimana! Quante Eucaristie in cui "pane e vino" sono davvero
"frutto della terra e del nostro lavoro"? Del "lavoro" per
il Regno, s'intende, non della mano di vernice sulle porte della Chiesa! Quante
Eucaristie mortificano l'azione dello Spirito perché la celebrazione secondo le
norme, senza sgarrare, senza nulla cambiare, in un appiattimento che fa delle
differenti comunità sparse in giro un omogeneizzato che rende tutti uguali,
senza differenze, è il "segno visibile" dell'Unità della Chiesa (sì,
di una chiesa-fotocopiatrice che fa delle belle copie, ma tutte identiche!). E
potrei continuare, ma devo mettere la mia coscienza a nudo per vedere dove
anche io ho ceduto a queste o altre tentazioni. Ricordo quanto diceva Mariano
Magrassi, vescovo di Bari, molti anni fa: "Più Messa e meno messe".
Ma erano i tempi del post-Concilio... dov'è finito il fermento di allora? Un
abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita!.
martedì 29 ottobre 2019
Buongiorno mondo
Buongiorno mondo!
"A che cosa è simile
il regno di Dio, e a che cosa lo posso paragonare? È simile a un granello di
senape, che un uomo prese e gettò nel suo giardino; crebbe, divenne un albero e
gli uccelli del cielo vennero a fare il nido fra i suoi rami" (Lc 13,18-21).
Lo vado da tempo
ripetendo: la nostra epoca, almeno quella ecclesiale, è il "tempo della
senape". Occorre che apprendiamo di nuovo a entrare nella storia e a
percorrerne i solchi profondi con lo stile di Colui che è Padre/Madre, lo stile
del granellino di senape, insignificante per i più, segno del Regno per chi
comprende. È terminato il tempo dei "cedri maestosi", bellissimi ma
che fanno ombra a tutto impedendo la crescita di altri. Occorre apprendere di
nuovo lo stile del Maestro, lo stile di una comunità che è come un granello di
senape, piccola, ma sparsa qua e là dal vento dello Spirito. Una comunità che
cresce facendo crescere, che diventa casa di tutte e tutti, che offre a
ciascuno un riparo e uno spazio dove coltivare e cogliere i semi della nuova
umanità.
Per questo occorre
ricordare che non siamo noi "l'uomo che getta il seme nel suo
giardino": siamo i semi, non i seminatori, siamo la senape, non il
contadino. Il nostro dono/compito è continuare a far "brulicare" di
vita il "giardino" cui il Padre/Madre ha dato avvio. Siamo piccoli
granelli seminati nel cuore del mondo perché la parola della vita risuoni in
ogni dove, silenziando con la mitezza della fraternità evangelica le troppe
parole di morte che ancora circolano tra noi.
Per questo dono
siamo grati; questo compito ci assumiamo giorno dopo giorno.
Un abbraccio a tutte
e a tutti. Buona vita.
lunedì 28 ottobre 2019
Buongiorno mondo
Buongiorno
mondo! Il vangelo, nella festa dei Santi Simone e Giuda di oggi, ci racconta
che "...tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza
che sanava tutti" (Lc 6,12-19). Mi sono spesso chiesto cosa fosse questa
misteriosa "forza" che promanava dalla persona del Maestro. Io credo
sia la forza della vita, una vita vissuta totalmente dentro l'amore. È la forza
della vita che, come un flusso continuo, passa dal Padre a Gesù alle persone
che egli incontra e che accettano di entrare in questo flusso dove la vita
non viene artigliata e tenuta per se stessi, ma continuamente donata. A chi
accetta di mettere sul piatto tutta la propria esistenza in un dono continuo,
il Maestro mostra come questa non si esaurisca, ma continui invece a rifiorire
e a generare nuova vita attorno, "sanando tutti". Gesù non mette in
atto delle mediazioni di tipo rituale, liturgico, o delega a degli addetti
specifici la capacità di far passare o meno questa "forza" che risana
e fa rivivere. Chiede semplicemente di entrare nel gioco dello scambio
gratuito: accogliere la vita, l'amore che il Padre continuamente riversa in noi
e lasciare che scorra verso i fratelli e le sorelle che incrociamo ogni giorno.
Il resto verrà dopo. Fino a quando la comunità cristiana sarà più preoccupata
di stabilire le "regole" con le quali "sanare" le varie
situazioni, fino a quando il tempio avrà più spazio e importanza del cuore del
Padre, fino a quando la legge avrà la meglio sullo Spirito, la
"forza" risanante del Padre resterà bloccata in attesa di uomini e
donne che accettino in primo luogo di seguire la via del Maestro. Solo allora
la comunità diverrà lo spazio dove la forza della vita si manifesterà e ognuno
potrà "toccare" con mano la sua forza liberante e vivificante. Un
abbraccio a tutte e a tutti. Buona giornata.
venerdì 25 ottobre 2019
Buongiorno mondo
Buongiorno
mondo! Alla folla che lo seguiva, per i motivi più svariati, il Maestro lancia
questa sfida: "Ipocriti! Sapete giudicare l'aspetto della terra e del
cielo, come mai questo tempo non sapete giudicarlo?" (Lc 12,54-59). È una
richiesta perentoria di discernimento e di scelta. Con Lui non si può restare
alla finestra, non si può dire: "Si...ma", non si restare con il
piede in due scarpe. In altre parole, questo per il Maestro è tempo di scelte,
di prendere posizione, di non nascondersi dietro quei mille "si è sempre
fatto così", dietro quella falsa obbedienza che è riverente ma non
rispetta e non aiuta a crescere, dietro il paravento di una religione che
assurge a pia pratica senza nulla toccare dei miei "buoi, campi o
affari" che siano. È tempo di capire che il Regno sta crescendo e che
niente lo può arrestare: non sarà eccelso come un "cedro del Libano",
sarà solo un "arbusto di senape", ma cresce, si espande, tocca i
cuori e trasforma vite. Non è quindi più il tempo del Gesù come Dio, ma del Dio
come Gesù. È il tempo della novità coraggiosa, della fraternità che nasce
dall'accogliere un Dio che mi offre se stesso e mi chiede di entrare in una
relazione nuova con Lui talmente forte da poter cambiare la mia relazione con
gli altri. È il tempo dell'amore gratuito, del perdono offerto perché ricevuto,
del servizio che sostituisce il potere, della condivisione generosa che prende
il posto del possesso sfrenato, della giustizia che nasce dalla misericordia. È
il tempo del Regno. Qui stanno le uniche e autentiche "sentinelle":
coloro che scrutano i segni dei tempi e indicano la direzione del Regno con
fiducia e coraggio, e non corrono a chiudere porte, a innalzare bastioni, ma
invitano ad entrare senza paura alla festa del Regno. È tempo di comprendere,
con papa Francesco, che non siamo “in un’epoca di cambiamenti, ma in un
cambiamento d’epoca” e a questa nuova epoca dobbiamo “rendere ragione della
nostra speranza”. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
giovedì 24 ottobre 2019
Buongiorno mondo
Buongiorno
mondo! A tutti coloro che pensano al Gesù biondo, con occhi azzurri, bello,
slanciato, capace di affascinare con la sua parola ma senza cambiare nulla, un
Gesù alla Renan per intenderci; a tutti coloro che vedono un Gesù che non cerca
conflitti, che parla dolce e sommesso, che non fa mai del male a nessuno, che
passa nella storia lasciando uno stomachevole profumo di falsa pace e falsa
giustizia; a tutti coloro che considerano Gesù e il suo stile di
vita/messaggio come qualcosa di alienante, fatto per addormentare le
coscienze, incapace di chiamare a libertà, propugnatore di un immobilismo
irenico; a tutto coloro che hanno ridotto il messaggio del Maestro
omogeneizzandolo in un'accozzaglia di semplici suggerimenti spirituali e di
ordinati regolamenti morali volti a far crescere una perfezione spirituale
fondata sul merito; a tutti coloro che hanno annacquato il buon vino del
Vangelo, preferendo l'acqua marcia delle proprie cisterne rinsecchite; a tutti
coloro che hanno fatto del potere di insegnare un bastione per tenere fuori chi
non si allinea; a tutti coloro che hanno fatto dell'amore del Padre non un
amore che abbraccia per liberare, ma una stretta mortale che soffoca e non
comunica vita, a tutti costoro e a tanti altri, oggi il Maestro parla così:
"Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già
acceso! C'è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato, finché non
sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico,
ma la divisione. D'ora innanzi in una casa di cinque persone si divideranno tre
contro due e due contro tre; padre contro figlio e figlio contro padre, madre
contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro
suocera" (Lc 12,49-53). Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
mercoledì 23 ottobre 2019
Buongiorno mondo
Buongiorno
mondo! Anche oggi il Maestro ci invita a tenere gli occhi bene aperti e
soprattutto a non lasciarci ingannare. "Anche voi tenetevi pronti, perché
il Figlio dell'uomo verrà nell'ora che non pensate" (Lc 12,39-48). Non
sono parole usate dal Maestro per creare un clima di terrorismo psicologico, o
per orientare l'esistenza verso l'alienante attesa di un "aldilà" che
fa di tutto per guastarmi "l'aldiquà", che diventa la famosa
"valle di lacrime" dove sguazzano i predicatori del "soffri che
Dio è contento, accetta tutto e domani sarai premiato". Mi vengono in
mente i tre "amici" di Giobbe: a volte le persone pie, sostenute da
un certo pensiero teologico, sono come le sanguisughe: più ti si attaccano, più
ti svuotano facendoti credere il contrario. L'invito del Maestro è di stare
pronti a non lasciare cadere nessuna delle occasioni in cui si manifesta la sua
presenza. Occasioni che spesso e volentieri vanno al di là dei nostri criteri,
dei "paletti" che ci fanno dire "qui Dio c'è, là no!". È
un'apertura totale, continua, senza tempo, come quella del Padre che ogni
giorno scrutava la strada in attesa del ritorno del figlio, fino al giorno in
cui la sua continua attesa fu riempita e "lo vide da lontano... e corse ad
abbracciarlo". È lo scrutare giorno dopo giorno con occhi attenti la
storia, le persone, gli eventi, gli incontri per potervi scorgere quella
presenza che comunica vita e invita e invia a fare altrettanto. È camminare con
Colui che "ha posto la sua tenda in mezzo a noi" per potersi muovere
più liberamente, senza l'ingombro di un tempio che diventa casa chiusa,
barriera che separa, muro che impedisce l'accesso a chi non possiede i requisiti
"di sana e santa religione". È il Dio-con-noi, che cammina in mezzo a
noi, che ci invita sempre ad andare oltre. Un abbraccio a tutte e a tutti.
Buona vita.
martedì 22 ottobre 2019
Buongiorno mondo
Buongiorno
mondo! Oggi il Maestro ci ricorda di stare " pronti, con la cintura ai
fianchi e le lucerne accese" (Lc 12,35-38). Noi cristiani non siamo gente
seduta, "da salotto"; non siamo pantofolai che amano la tranquillità,
che non rompono le scatole, che se ne stanno tranquilli, evitando di creare
problemi. Siamo gente in cammino, sempre pronti ad accorrere là dove si alza il
lamento dell'uomo ferito, sempre pronti a far luce là dove le tenebre tengono i
fratelli e le sorelle prigionieri dell'ignoranza, della supponenza, del
bigottismo, di una religione che non apre i cuori, ma che suscita solo paure e
timori. Siamo uomini e donne che si lasciano trasportare dal soffio dello
Spirito, per ridare ossigeno a chi boccheggia perché escluso e rifiutato. Siamo
uomini e donne che non hanno "nidi o tane" in cui rinchiudersi per
lasciare fuori l'altro, ma uomini e donne che hanno fatto del mondo e della
storia la loro casa. Una casa in cui il quadro più bello è il volto del Padre
che risplende nel nostro volto, ferito, fragile, magari ammaccato, ma amato da
Colui ci vede sempre "arrivare da lontano" e ci abbraccia con
tenerezza e amore. Siamo perenni viandanti, sempre in cerca di verità e di
bellezza; quella verità e quella bellezza nascoste nei solchi della storia,
nelle rughe degli eventi, nei cuori dei fratelli e delle sorelle che, con noi e
come noi, camminano seminando senza paura vita, pace, giustizia. Insomma, siamo
sempre "pronti". Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
lunedì 21 ottobre 2019
Buongiorno mondo
Buongiorno
mondo! Il Maestro ci mette ancora in guardia: "Guardatevi e tenetevi
lontano da ogni cupidigia, perché anche se uno è nell'abbondanza la sua vita
non dipende dai suoi beni" (Lc 12,13-21). Il Maestro era circondato da
persone che, come i farisei e i ricchi sadducei, si erano notevolmente
arricchite sfruttando il popolo, soprattutto le sue fasce più deboli, in barba
alla Torah che pur dicevano di osservare. Il loro attaccamento al
denaro, a "mamona", li porterà a farsi beffe di Gesù stesso e
del suo messaggio. Il richiamo del Maestro arriva dritto al cuore della nostra
cultura, così impregnata di una finanza che affonda le sue fauci nelle carni
dei poveri, imponendo uno stile di vita dove il possesso sfrenato sembra davvero
il fine ultimo dell'esistenza. La logica del Regno invece ci parla di
condivisione generosa delle risorse, di attenzione al bene comune, di una
solidarietà tale per cui "nessuno sia bisognoso" in mezzo a noi. Gesù
non critica il denaro in sé bensì il fatto che non siamo utilizzatori del
denaro ma servi dello stesso. Come sempre la domanda resta: dove ho posto il
mio cuore? A chi voglio assomigliare nel mio modo di vivere: al Padre che si
occupa dei suoi figli o a "mamona", il dio che si prende la vita di
coloro che a lui si affidano? Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
venerdì 18 ottobre 2019
Buongiorno mondo
Buongiorno
mondo! " Il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a
due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi" (Lc 10,1-9).
È un chiaro segnale che le cose stanno cambiando, che Israele non sarà più la "segullah"
di Yavhé, la sua proprietà ma proprio personale, quella che si guarda con
quell’occhio di riguardo che non si usa verso nessun altro e nessun altra cosa.
I settantadue sono il segno che il Regno si apre ad ogni uomo e ad ogni donna senza
distinzioni (72 erano le nazioni citate nel Genesi che indicavano la
popolazione dell'intero orbe terracqueo, secondo le credenze dell'epoca). È
finito il tempo in cui un unico popolo sta nelle grazie di un Dio che chiede di
sterminare il pagano. Inizia il tempo del Regno, dove Dio non è più padrone ma
Padre; dove questo Padre non chiede di obbedire a una serie di precetti, ma di
accogliere un amore che è regalato non per merito ma per i nostri bisogni, dove
la nostra miseria è la misura della sua misericordia, dove accogliendo questo
amore ci viene chiesto di assomigliare a Lui che "fa piovere sugli
ingiusti e sui giusti".È un Regno che non conosce esclusioni di sorta, un
Regno dove l'essere figli è verificato dal vivere in fraternità, dove la
presenza di Dio ormai passa dall'umanità di Gesù che chiede a noi di fare
altrettanto. Non siamo chiusi in sacrestia, non stiamo ben seduti in chiesa,
non restiamo impantanati nei nostri begli uffici curiali come quasi fossimo
"addetti allo sportello del buon Dio", o peggio ancora, addetti alla
"cassa del tempio"!. Siamo mandati fuori, nel mondo, a dire e ridire
la novità del Regno che cresce in mezzo a noi. Un abbraccio a tutte e a tutti.
Buona vita.
giovedì 17 ottobre 2019
Buongiorno mondo
Buongiorno mondo! "Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e
i vostri padri li hanno uccisi" (Lc 11,47-54). Con queste parole il
Maestro denuncia la situazione che ha vissuto Israele i cui dottori della Legge
hanno tappato la bocca a chi voleva aprire gli occhi al popolo per riportarlo
al cuore dell'Alleanza, mettendo così a rischio il potere acquisito dai sacerdoti
e dal loro codazzo. Lo stesso rischio lo corre anche la comunità cristiana
quando si adagia e assume uno stile di vite che non rompe le scatole a nessuno:
vivi e lascia vivere, sembra essere il motto di tante comunità cristiane di
oggi. In tale situazione, le voci che si levano fuori dal coro non sono
gradite: signori profeti, qui da noi siete pregati di astenervi. Noi stiamo
bene così: siamo fedeli al culto, facciamo un po' di carità, siamo ossequiosi
verso i nostri sacerdoti (almeno davanti, poi quando siamo al bar magari
qualche critica si fa, però a fin di bene eh....!), mastichiamo giusto un po'
di preghiera (ai funerali io vado sempre), insomma non ho rubato (vabbé,
qualche cosa in nero qualche volta, ma questo non è rubare, è impedire ad uno
Stato esoso di pigliarsi proprio tutto e non rendermi niente), non ho ammazzato
(con le armi sicuramente no... e con le parole? Ma cosa vuol dire, padre,
qualche pettegolezzo, ma sa son cose che dicono tutti, e poi è lì sotto gli
occhi, dai, non faccia finta di non sapere, di quella situazione ne parlano
tutti! e poi che roba: uccidere con le parole, ma padre, non le sembra di
esagerare, perché anche lei avrà qualche difetto, no? ogni tanto scappa una
critica, ma sempre a fin di bene nèh!). Ecco: dove è finita la forza dirompente
e liberante dell'evangelo, il fuoco delle parole del Maestro? Siamo diventati
più simili a impresari di pompe funebri che non seminatori di speranza, e chi
osa risvegliarci viene messo a riposo o rischia, come il Maestro, di passare
per uno "fuori di sé". Le nostre comunità sono troppo piene di tombe
di profeti, di persone che con la loro vita ci hanno invitato a conversione, a
uscire dalle nostre inerzie e apatie, a ridare vigore al vangelo. Usciamo da
tutto questo e smettiamo di portare fiori su queste tombe: il Regno di Dio è in
mezzo a noi. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
mercoledì 16 ottobre 2019
Buongiorno mondo
Buongiorno
mondo! Oggi il Maestro è in una di quelle giornate che lasciano trasparire il
suo bel caratterino di galileo (i galilei erano ritenuti "teste
calde" fin da piccoli, gente sempre pronta alla rissa, dei piantagrane
insomma) e se la prende un po' con tutti, fino ad arrivare ai dottori della
legge (gente tosta, che conosceva la bibbia anche meglio di chi l'aveva
scritta!) ai quali amabilmente rivolge queste parole: "Guai anche a voi,
dottori della legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei
pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!" (Lc 11,42-46). La Torah era
arrivata per mezzo di Mosé e i suoi frutti avrebbero dovuto andare nella
direzione della giustizia, della creazione di una società dove "giustizia
e diritto" fossero due realtà ben visibili. Purtroppo, una volta nelle
mani degli uomini, la Torah è diventata un mezzo di oppressione del popolo, che
si ritrova schiacciato da una serie di norme emesse per poter "servire
Dio", dare gloria al suo Nome (e garantire un potere immenso nelle mani
dei mediatori tra Dio e l'uomo: i sacerdoti, con annessi e connessi). Ecco
perché il Maestro se la prende con i dottori della Legge, proprio perché hanno
stravolto il volto di Dio seppellendolo sotto tonnellate di leggi e leggiucole
e spacciando il tutto come volontà divina. Naturalmente, questo costerà caro a
Gesù, e sappiamo come andrà a finire. Ma queste parole oggi sono rivolte a noi
per ricordarci che la tentazione di agire in nome di Dio e di emanare leggi in
suo nome solamente per coltivare un pezzo di potere, è ancora ben viva. Quante
guerre, quante violenze "nel nome di Dio"? Quante chiusure, quante
esclusioni passate sotto lo slogan "Dio lo vuole"? Il Maestro ci ha
mostrato un volto di Dio che è Padre/Madre. Quale è il volto, il Nome del
nostro Dio? Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
martedì 15 ottobre 2019
Buongiorno mondo
Buongiorno
mondo! Ai farisei, irritati per il fatto che il Maestro non osserva tutte le
prescrizione della Torah in fatto di abluzioni e purificazioni delle stoviglie,
oltre a ricordare che è inutile purificare l'esterno se l'interno è "pieno
di rapina e iniquità", Gesù ricorda anche questo: "Piuttosto date in
elemosina quel che c'è dentro, ed ecco, tutto per voi sarà puro" (Lc
11,37-41). Per il Maestro solo l'amore nelle sue diverse forme (condivisione,
solidarietà, prossimità, ecc...) è capace di dare a ciascuno quello stato
di "purità" che per i farisei era necessario per stare alla presenza
dell'Altissimo. Ora, per il Maestro l'unico stato di "purità
cultuale" che è davvero importante è quello che ci fa essere attenti
all'altro, ai suoi bisogni, alle sue attese, perché è proprio lì che
incontriamo il Padre, che si occupa costantemente dei suoi figli. L'altro,
l'altra, diventano così lo spazio sacro, o meglio, il luogo teologico per
eccellenza dove potersi incontrare con Dio. La separazione, voluta e tipica dei
farisei (lo dice il loro nome, "fariseo = separato) tra sacro e profano, è
annullata da Gesù. Dare in elemosina significa rendersi conto che accanto a me
c'è sempre qualcuno e il mio essere figlio del Padre si verifica (verum facere:
si fa vero, autentico) proprio nel rapporto di fraternità che costruisco giorno
per giorno. Ecco il culto reso a Dio, tanto invocato dai profeti, ma sempre
tanto disatteso anche da noi per la paura di non dare il giusto spazio a Dio.
Il Maestro ci sprona ad andare oltre, a non avere paura ad incrociare il nostro
sguardo con quello del Padre presente nell'uomo e nella donna che ogni giorno
percorrono i sentieri della nostra esistenza. Un abbraccio a tutte e a tutti.
Buona vita, con un ricordo particolare alle donne e uomini che stanno subendo
la tragedia dell’ennesima guerra pagata dai più poveri.
lunedì 14 ottobre 2019
Buongiorno mondo
Buongiorno
mondo! "Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un
segno, ma non le sarà dato nessun segno fuorché il segno di Giona" (Lc
11,29-32).
Il libretto di Giona è stato scritto quasi in reazione alla
deriva fondamentalista che l'autore sperimenta nella riforma di Esdra e Neemia
durante la ricostruzione postesilica. Il bisogno profondo di ritrovare le
proprie origini, di ritornare alla propria identità dopo l'amara e tragica
esperienza dell'esilio a Babilonia, conduce Israele a una sorta di chiusura
quasi ermetica di fronte "agli altri", a coloro che non
"conoscono il vero e unico Dio", "quelli che hanno calpestato il
nostro popolo, la nostra dignità". Leggiamo in Neemia: "In quei giorni vidi anche che
alcuni Giudei si erano ammogliati con donne di Asdod, di Ammon e di
Moab; la metà dei loro figli parlava l’asdodeo, nessuno di loro sapeva
parlare giudaico, ma solo la lingua di un popolo o dell’altro. Io li
rimproverai, li maledissi, ne picchiai alcuni, strappai loro i capelli e li
feci giurare su Dio: «Non darete le vostre figlie ai loro figli e non
prenderete le loro figlie per i vostri figli o per voi stessi. Salomone,
re d’Israele, non ha forse peccato appunto in questo? Certo, fra le molte
nazioni non ci fu un re simile a lui: era amato dal suo Dio e Dio l’aveva fatto
re di tutto Israele; eppure le donne straniere fecero peccare anche
lui. Dovremmo dunque ascoltare voi e fare tutto questo grande male e
prevaricare contro il nostro Dio sposando donne straniere?». Uno dei figli
di Ioiadà, figlio di Eliasìb, il sommo sacerdote, era genero di Sanballàt, il
Coronita; io lo cacciai via da me. Ricòrdati di loro, mio Dio, poiché
hanno profanato il sacerdozio e l’alleanza dei sacerdoti e dei
leviti. Così li purificai da ogni elemento straniero e ristabilii gli
incarichi dei sacerdoti e dei leviti, ognuno al suo compito…" (Ne 13,23-30).
Non è forse questo
un monito anche per il nostro tempo? Non è forse questo "il segno di
Giona" per noi oggi? Giona viene inviato a Ninive, storica potenza nemica
d'Israele, perché possa accogliere l'annuncio della misericordia del Signore.
Noi, che oggi
viviamo ed esprimiamo in maniera più che visibile questa tentazione di
rinchiuderci, come Chiesa e come Stato (Prima gli Italiani!), dentro la nostra
cittadella fortificata per godere e bearci delle nostre ricchezze spesso
generatrici di ingiustizie, per ribadire che possediamo l'unica verità su tutto
e tutti, che l'unica vera chiesa siamo noi, a noi oggi viene dato il segno di
Giona. E questo segno non è da cercare in visioni o apparizioni (i vari
"segreti" affidati ai "visionari" li lasciamo volentieri a
quelli che sguazzano in queste cose). Il segno è Colui da cui traspare il volto
di un Dio che "fa sorgere il suo sole sui giusti e sugli ingiusti",
Gesù stesso. Come sempre a noi la scelta: di quale Dio vogliamo essere figli?
Di quale Maestro vogliamo essere discepoli? Un abbraccio a tutte e a tutti.
Buona vita.
venerdì 11 ottobre 2019
Buongiorno mondo
Buongiorno
mondo! Non c'è nulla da fare: quando non si vuole accogliere il messaggio di
vita del Maestro, tutte le scuse diventano buone: "È in nome di Beelzebùl,
capo dei demòni, che egli scaccia i demòni", così pensano di Lui (Lc
11,15-26). Non solo demolitore del sabato e della legge di purità, non solo
amico di prostitute e peccatori, non solo bestemmiatore nei confronti della
Torah, ora anche alleato del demonio, che al momento pare affetto da
schizofrenia, visto che si fa esorcizzare da uno dei "suoi"!
Quando la religione diventa il criterio interpretativo dell'esistenza, allora
cominciano i guai. Guai perché si comincia col costruire un'immagine di dio che
soddisfi i bisogni di tale religione; poi si fabbrica una legge che faccia da
barriera e stabilisca chi è dentro e chi è fuori; fatta la legge, occorre
trovare chi la fa applicare e chi ne diventa custode: ecco trovato il corpo
sacerdotale, pronto a condannare o a premiare, a escludere o includere, a
benedire o maledire. Ecco dove si è ritrovato immerso il Maestro, ecco quale
grande fatica ha dovuto fare per farsi ascoltare, per ridare dignità sia al
volto del Padre che a quello dell'uomo, ecco perché alla fine è stato meglio
eliminarlo. Siamo sempre al punto di partenza: o accettiamo la proposta di fede
del Maestro Gesù, o restiamo impantanati in questo guazzabuglio di
religione-religiosità-opere religiose che spesso, purtroppo, hanno poco a che
fare con il Regno e Dio Padre. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
giovedì 10 ottobre 2019
Buongiorno mondo
Buongiorno
mondo! Oggi il Maestro ci offre questa parola intensa e provocante:
"Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà
aperto" (Lc 11,5-13). È un invito alla piena fiducia nel Padre che conosce
ciò di cui abbiamo bisogno. E l'unico modo per sperimentare concretamente
questa realtà, è quello di essere noi stessi aperti al dono h24. Ogni volta che
nella nostra vita impariamo a dare a chi chiede, a lasciarci trovare, cioè a
esserci per chi cerca, ogni volta che non siamo porte chiuse e sprangate
dalla paura di perdere, ecco, ogni volta che viviamo tale logica sperimenteremo
la vicinanza e l'attenzione profonda del Padre verso ognuno di noi. Se
chiediamo, non chiediamo per accumulare, ma per condividere; se cerchiamo, non
è per la nostra isola di beatitudine personale, ma per la felicità di tutti; se
bussiamo, non è per cercare un rifugio e fuggire dal dolore del mondo, ma per
aprire ancora di più la porta affinché ogni uomo e ogni donna si senta a casa,
nella sua casa, qualunque essa sia. Il Maestro non ci vuole mendicanti
dipendenti dallo sguardo altrui, ma poveri perché attenti al benessere
dell'altro, non impegnati ad ammassare ma a far crescere la ricchezza di tutte
di tutti, non miseri, ma felicemente liberi di non possedere, coscienti di
avere così la più grande ricchezza del mondo: la libertà che affonda le sue
radici nel dono della fraternità, una famiglia che rivela il volto del Padre.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
mercoledì 9 ottobre 2019
Buongiorno mondo
Buongiorno
mondo! Oggi il Maestro ci consegna la preghiera del Padre nostro (Lc 11,1-4).
Non è una preghiera alienante, che allontana dalla terra per far entrare in un
ipotetico cielo, dove inchinarsi davanti a qualche barbuto signore, lasciare la
doverosa offerta e chiedere benevolenza. È una preghiera per coraggiosi il
Pater, per tutte e tutti coloro che hanno fatto del Regno la loro casa e del
bene dell'uomo il loro fine, imparando ad assomigliare al Padre nel modo di
amare e servire. È la preghiera di chi ha accettato di vivere da figlio nella
casa del Padre, non da salariato a bottega dal padrone. È la preghiera di chi
ha scelto di condividere, piuttosto che accumulare, di servire piuttosto che
comandare, di credere nel perdono come l'unica forza capace di cambiare il
mondo. Non è la preghiera biascicata come "penitenza" imposta dopo la
confessione, ma il grido di libertà che esce dal cuore di chi vive da figlio e
fratello, da figlia e sorella. Sono le parole che gridano la possibilità di un
mondo nuovo, dove c'è spazio per la felicità, dove la condivisione è uno stile
e non una richiesta settimanale degli avvisi parrocchiali, dove la dignità di
ognuno è al centro del cuore di tutti, dove non c'è nessuno nel bisogno, ma
tutti possono mangiare con abbondanza e portare via ciò che avanza pensando a
chi non è potuto venire o a chi non ha voluto esserci. Un abbraccio a tutte e a
tutti. Buona vita.
martedì 8 ottobre 2019
Buongiorno mondo
Buongiorno
mondo! Oggi il testo evangelico ci propone il quadretto del Maestro accolto in
casa da due sorelle, Marta e Maria (Lc 10,38-42) (identificate spesso e
volentieri anche come Marta che parte in quarta e Maria che fa la pia!).
Conosciamo il fatto: l'una entra subito in azione con partenza a razzo per
accogliere l'ospite, l'altra resta seduta ai piedi del Maestro per ascoltarlo.
Spesso nella Chiesa sono state prese a modello l'una della casalinga (e infatti
ne è diventata la patrona!), della donna di azione, di quella parte della
Chiesa che lavora sul campo, e l'altra della via contemplativa, di coloro che
nella Chiesa stanno ai piedi del Maestro e pregano, ascoltano e via dicendo.
Già, ma come la mettiamo col fatto che Gesù dice che Maria, la seconda,
"si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta"? E qui partono
le giravolte interpretative, le piroette esegetiche per dire che, sì, no, però
non è che Gesù squalifica Marta (se no le buone suore dell'asilo come le
giustifichiamo? e tutti quelli impegnati attivamente?), solo che ci dice di non
cadere nell'attivismo, che comunque la sua parola è sempre più importante,
ecc... Già, ma Gesù questo l'ha già detto in maniera chiara, ed esclusiva:
"non chiamate nessuno maestro, perché uno solo è il vostro Maestro e non
chiamate nessuno col nome di padre, perché uno solo è il vostro Padre..."
(infatti nella formazione alla vita religiosa noi, puntualmente, ci siamo
inventati il Padre Maestro, proprio come voleva Gesù; oppure abbiamo il Padre
spirituale.... 2000 anni di vangelo e ancora....). Torniamo a Marta e Maria. A
mio parere le cose stanno così: Gesù elogia Maria perché si è presa la libertà
di uscire dagli schemi, la libertà di scegliere. Marta è rimasta impastata nell'immagine
della donna dell'epoca: Kinder, Küche und Kirche: le tre K dei tedeschi: Figli
(da fare), Cucina (da accudire), Preghiera e pulizia della Chiesa! Per Marta
non c'è altra via che osservare la tradizione che impone alla donna di restare
in disparte, a servizio, consapevole che la Tradizione dice che "è meglio
bruciare la Torah piuttosto che insegnarla a una donna!". Maria si sceglie
la parte "migliore" che è la via di libertà e dignità proposta dal
Maestro, e questa non le sarà tolta perché non è un regalo che viene da altri,
ma una conquista che nasce dal cuore e genera a sua volta vita nuova. Maria
rappresenta, a mio parere, tutte e tutti coloro che nella Chiesa oggi tentano,
ripartendo dalla voce del Maestro, di ridare ossigeno alla Tradizione
togliendole di dosso quella muffa che la soffoca, quella muffa che confonde le
tradizioni religiose con la Tradizione, la quale ha sempre a che fare con la
fede e non con la religione. Per questo motivo mi pare opportuno ribadire che
la Tradizione autentica non è quella specie di processo di restaurazione che
vagheggiano quelli che aspirano al ritorno di una “christianitas” che oggi
sarebbe anacronisticamente ridicola! Ce l’ha ricordato Francesco ieri: prudente
audacia, guidati dal fuoco dello Spirito. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona
vita.
lunedì 7 ottobre 2019
Buongiorno mondo
Buongiorno
mondo! "E chi è il mio prossimo?" (Lc 10,25-37). E' questa la domanda
che il sottile dottore della Legge, il teologo ufficiale, pone al Maestro
quest'oggi. Già, è importante per quel dottore fissare dei paletti, mettere dei
limiti: quanto è grande la cerchia che deve contenere quelli che posso amare?
Fin dove posso allargare il mio cuore? Chi può far parte del mio "cerchio
magico" e chi no? Sappiamo che Gesù ribalta la questione con la parabola
del samaritano: non più "chi è il mio prossimo", ma "come
posso farmi prossimo io". Il criterio è sempre il bene dell'uomo: come
posso farmi vicino a chi è ferito, lasciato indietro, escluso. In nome di Dio
spesso anche noi, come quel maestro della Legge, abbiamo messo paletti, fissato
limiti, delimitato quegli spazi sacri cui per accedervi occorre essere
"puri", soprattutto da certi "peccati" (che si sono
rivelati poi altamente praticati dai custodi di tale legge!!!); abbiamo fatto
dell'Eucaristia un precetto per dare gloria a Dio, per assolvere un obbligo e
ci siamo dimenticati di dire "Amen" al corpo di Cristo che è nel
fratello e nella sorella che vive ogni giorno accanto a noi, che incrocia la
nostra strada, che si trova in ospedale, che sbarca da un barcone, che fugge
dalla miseria e dalla guerra. Quanti paletti, quanti limiti per delimitare un
recinto in cui cantare in coro "Gloria in excelsis Deo" e non ci
siamo accorti, nel frattempo, che il Pastore è fuori da molto tempo a cercare
la pecora smarrita, ferita, sola. Maestro, insegnaci a farci prossimi con te, a
diventare persone che sanno prendersi cura, che sanno assomigliare al Padre
"che fa piovere sui giusti e sugli ingiusti", che ama tutti e a tutti
offre una possibilità di vita. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita
venerdì 4 ottobre 2019
Buongiorno mondo
Buongiorno mondo!
"Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della
terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e
le hai rivelate ai piccoli" (Mt 11,25-30).
I piccoli di cui parla il Maestro sono tutte e tutti coloro che fanno
propria la strada delle beatitudini insieme a Lui. I sapienti e gli
intelligenti sono coloro che credono di conoscere, ma in effetti si fidano più
di se stessi che del Padre. Gesù fa riferimento ai dotti del suo tempo, coloro
che "impongono pesanti fardelli sulle spalle della gente" ma loro non
li toccano nemmeno con un dito, quelli che si sono "impossessati" di
Dio e ad ogni pié sospinto indicando a destra e a manca quel che il
"loro" dio vuole, ordina e desidera. Gesù invita ad uscire da questa
religione incapace di dire Dio, di mostrare il suo vero volto, per entrare
nella dimensione della fede, dove sperimentare la presenza di un Padre che mi
ama anche là dove io non riesco ad amarmi, che mi libera dalla paura con il suo
amore gratuito, che mi scioglie dalle catene del merito per aprirmi la strada
verso la libertà che nasce dal suo amore accolto e condiviso. Anche oggi la
parola del Maestro offre una scelta: con chi stiamo? Scegliamo il canto
seducente delle sirene dei dotti, o preferiamo l'insignificanza evangelica dei
piccoli? Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
giovedì 3 ottobre 2019
Buongiorno mondo
Buongiorno
mondo! Oggi il Maestro ci offre questa indicazione: “Andate: ecco, vi mando
come agnelli in mezzo a lupi" (Lc 10,1-12). Prudenza e semplicità, ecco cosa chiede
Gesù ai suoi. È vero che annuncia loro persecuzione, ma siamo chiari: Gesù
chiede di essere disposti a donare la vita, questo sì, ma non di cercare la
morte "ad majorem Dei gloriam", a tutti i costi. I discepoli, e in
questo ci differenziamo da altri, non sono dei kamikaze. Siamo donne e uomini
che propongono, senza imporre, la via del Vangelo, con quella prudenza e
trasparenza che hanno caratterizzato la vita del Maestro (Gesù stesso non si è
fatto facilmente catturare, malgrado le occasioni non siano mancate ai suoi
nemici, e a volte ci sono arrivati davvero vicino). Viviamo immersi in una
cultura dove pare che la verità sia prerogativa di chi grida di più, di chi si
impone, di chi si fa sentire, di chi scende in piazza ad ogni occasione. A
volte mi chiedo quale sia la differenza tra un muezzin che urla dal minareto e
alcuni modi di proclamare la via del vangelo, ammettendo che si stia parlando
del Vangelo di Gesù.
Prudenza,
trasparenza e prossimità: la testimonianza della vita sulle orme del Maestro
parla più di molte parole urlate al vento. Noi non vogliamo proporre una
dottrina ma uno stile di vita mutuato dallo stesso stile del Maestro. Non siamo
maestri ma semplici testimoni, e per questo viviamo.
Un abbraccio a
tutte e a tutti. Buona vita.
mercoledì 2 ottobre 2019
Buongiorno mondo
Buongiorno
mondo! Ai suoi che gli chiedono chi sia il più grande nel Regno dei cieli, il
Maestro risponde con queste parole: "se non vi convertirete e non
diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli" (Mt
18,1-5.10). Anni di cammino insieme, una "catechesi" personalizzata,
un insegnamento distillato nel corso di quella convivenza strana che suscitava
la curiosità dei più (figurarsi, un Maestro che aveva come discepoli dei
pescatori ignoranti, ma passabili; un pubblicano, che più odiato non si può; un
terrorista galileo facente parte degli zeloti; Giuda, che sappiamo come andò a
finire e comunque era ladro, e per non farsi mancare nulla anche alcune donne,
di cui alcune non di dubbia ma di certa reputazione, e ci capiamo…), malgrado
tutto questo (anche le verifiche in itinere, si direbbe oggi, gli aveva fatto:
li aveva mandati in giro a predicare e guarire), sono ancora a lì a disputarsi
il posto: quale fetta avrò nel tuo regno? Che ministero occuperò? Quanto prenderò?
Nihil novi sub soli, verrebbe da dire, niente di nuovo sotto il sole. E Lui, il
Maestro, a ribadire: se non diventate bambini, figli, non potete capire,
resterete chiusi fuori a battervi il petto, a ricordare tutte quelle belle
messe, quelle liturgie spettacolari, quelle immani opere, quelle belle
cattedrali e "hai visto che paramenti!!!! (già, direbbe don Tonino,
peccato manchi sempre quel famoso grembiule!), quelle file di cardinali,
vescovi, prelati, dignitari di corte.... nani e ballerine ecc.... Noi a buttare
quintali di incenso mentre il fratello anelava al pane, la sorella alla dignità
e l'umanità intera a giustizia e pace. "Se non vi convertirete e non
diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli". Un abbraccio
a tutte e a tutti. Buona vita anche a chi oggi chiederà per me un TSO dicendo:
"è fuori di sé".
martedì 1 ottobre 2019
Buongiorno mondo
Buongiorno
mondo! Manca oramai poco tempo al compiersi degli eventi che porteranno alla
morte del Maestro e di fronte al rifiuto di alcuni samaritani di accoglierlo,
"i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che
scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Ma Gesù si voltò e li
rimproverò" (Lc 9,51-56). Ecco, anche loro che sono con Lui da ben tre
anni non hanno capito nulla. Il Signore non è venuto a togliere la vita, a
prendersi vite, ma a offrire la sua, a farci dono della sua per
manifestare che Dio è solo e puro amore, null'altro. Dio non regna sugli uomini
chiedendo obbedienza a delle leggi e imponendo dei comandi. Dio ci chiede di
diventare figli suoi assomigliando a Lui nel nostro modo di amare: per questo
si mette a nostro servizio, per insegnarci questo. Per questo ci ha donato il
Figlio, prototipo di quell'umanità nuova che assomiglia al Padre nel suo modo
di amare. Facile "consumare con il fuoco" chi non è dalla nostra
parte, chi non la pensa come noi, chi ci sbarra la strada, chi si fa beffe di
noi. E se Dio facesse così con noi? Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
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