giovedì 12 marzo 2020

Buongiorno


Buongiorno mondo! Se ieri il Maestro chiedeva ai suoi non di operare dei servizi ma di essere servi al servizio della vita, oggi esemplifica tutto questo con una nota parabola: "C'era un uomo ricco, che vestiva di porpora e di bisso e tutti i giorni banchettava lautamente. Un mendicante, di nome Lazzaro, giaceva alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi di quello che cadeva dalla mensa del ricco. Perfino i cani venivano a leccare le sue piaghe" (Lc 16,19-31). È un bel ritratto della nostra umanità dove i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. Ma i grandi scenari, le visioni macroscopiche affondano le loro radici nel microcosmo delle nostre comunità, delle nostre singole scelte. Ogni passo compiuto nell'indifferenza mascherata da false paure dell'altro, intrisa di pensieri del tipo "tanto io cosa posso risolvere?", contribuisce alla creazione di nuovi poveri. Ogni comunità che celebra l'Eucaristia senza rendersi conto del "Lazzaro" che sta alla sua porta è una comunità che non celebra la cena del Signore ma partecipa al lauto banchetto del ricco, troppo impegnato a "riempirsi" per vedere gli altri. E se di questi tempi l’Eucaristia ci è forzatamente tolta io resto dell’idea che non tutto il male vien per nuocere… Il ricco non è cattivo, ma peggio: è indifferente. Il ricco è l'esatto contrario del Padre che Gesù è venuto a rivelare: il ricco è talmente preso da se stesso che non si avvede dell'altro; il Padre è talmente preso dall'altro (da noi) che vuole farlo come sé. E noi da che parte stiamo? Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

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