sabato 21 marzo 2020

Buongiorno


Buongiorno mondo! "Gesù disse questa parabola per alcuni che presumevano di esser giusti e disprezzavano gli altri: Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l'altro pubblicano..." (Lc 18,9-14).
Arcinota parabola, tanto che ogni fariseo oggi la usa per proclamarsi pubblicano, cadendo nello stesso ridicolo errore: "Io non sono come quel fariseo là...". Questa perla di parabola però tocca il cuore del Vangelo e la conversione che ne segue: tratta del passaggio dalla religione alla fede, cioè da quel rapporto con Dio in cui io sono preoccupatissimo far qualcosa per Lui a un rapporto in cui accolgo ciò che Lui fa per me. Verissimo in questo contesto quanto afferma con chiarezza il mio amico Alberto Maggi: Dio non volge il suo sguardo ai meriti delle persone ma ai loro bisogni. I meriti (o supposti tali) li possono avere alcuni, ma non tutti; bisogni invece ne hanno tutti e su questi Dio posa il suo sguardo compassionevole. Quindi la parabola non è un invito a quella umiltà melensa che diventa occasione di fariseismo (sono umile e me ne vanto!), ma una proposta a cambiare il nostro rapporto col Padre: da un Dio che esige, a un Padre che dona e chiede di fare altrettanto, da un Dio che vuole dei fedeli, a un Padre che apre la sua casa a dei Figli. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

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